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Il trionfo della frivolezza secondo Mario Vargas Llosa

Quantomeno è consolatorio sapere che il premio Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa, da un po’ di tempo, ha la spiacevole sensazione di essere preso in giro. Lo scopriamo grazie ad una intervista di Jan Martinez Ahrens al letterato peruviano , su “El Pais“. Mario Vargas Llosa ci spiega ampiamente questa sua sensazione nel nuovo saggio “La civilizacion del espataculo” edito adesso solo in Spagna, ma in uscita in Italia per Einaudi.

Lo scrittore spiega al giornalista come avverta, nella nostra società, un’ atmosfera di semplificazione e banalizzazione che, oltre la cultura e la politica, sta investendo anche la sfera dei rapporti interpersonali. Vargas Llosa parla di “frivolizzazione permanente”, che significa non approfondire, significa preferire il galleggiamento, come se l’andare in profondità portasse solo buio, oscurità, fatica e non possibilità di nuova conoscenza e lucidità di sguardo. Auspica un rinnovamento della vita culturale, che significa sperare in una vera cultura vissuta, che agisca fra di  noi, nel nostro quotidiano così da assorbire lentamente gli strumenti per poter distinguere, scegliere, non confondere la periferia con il centro.

Credo che possiamo sentirci più leggeri, in tanti di noi, sapendo che un uomo del calibro di Vargas Llosa ha dato espressione con parole giuste e chiare ad impressioni e pensieri che più o meno vagamente, ma implacabilmente, tanti di noi si sono ritrovati a formulare. La lettura delle riflessioni di un uomo che nei suoi romanzi ha saputo parlare della vita come di una esperienza mirabolante, mai banale, raccontandoci avventure a tutto tondo di uomini e donne, può portare a nuovi e agili ragionamenti da cui partire per poter incidere con pensieri e parole nel nostro dintorno.

Dafne