Il MaggioDanza ha recentemente messo in scena le coreografie di due mostri sacri della danza del Novecento. Si tratta del coreografo di origine russa George Balanchine (San Pietroburgo 1904 – New York 1983) e della coreografa tedesca Susanne Linke (Berlino 1944).
E’ un dato di fatto che gli eventi che riguardano la danza non creino mai l’aspettativa nè suscitino il clamore tipico di altri settori delle arti. Deve trattarsi di un vizio culturale, frutto di una educazione non completa, dato che la danza può davvero toccare le innate corde artistiche di ciascuno essendo un diretto linguaggio del corpo. Corpo, musica e spazio. Niente di più immediato e comprensibile.
I due pezzi proposti – I quattro temperamenti e Notte trasfigurata – della durata di poco più di mezz’ora ciascuno, sono stati così ricchi ed appaganti da far pensare di aver trascorso al teatro una giornata intera. Interessante anche il fatto che le due coreografie si differenzino l’una dall’altra sia per lo stile espressivo che per la forza ispiratrice.
I quattro temperamenti di George Balanchine
Malinconico, sanguigno, flemmatico, collerico: ecco i quattro temperamenti umani definiti dalla scienza medica medievale ed in cui possiamo specchiarci di volta in volta.
Il balletto messo in scena è una rappresentazione coreografica di queste 4 categorie. E’ totalmente messa in atto la creatività artistica del coreografo, che attraverso lo studio della capacità espressiva del corpo riesce a trasmettere allo spettatore il significato più interiore dei quattro tipi caratteriali.
Ci immedesimiamo. Veniamo condotti verso uno spazio astratto di cui certamente non facciamo esperienza nella vita quotidiana, si verifica una sorta di rapimento delle nostre menti. Si tratta di una breve incursione nei mondi inesplorati della possibile espressività umana. Non possiamo che rimanerne ammaliati perché partecipiamo ad un crearsi di impressioni ed emozioni grazie ai movimenti di corpi di uomini e donne in carne ed ossa, esattamente come lo siamo noi. Sentiamo tutto il valore aggiunto della danza, che e’ la fisicita’.
Non si può negare l’efficacia di questa forma espressiva: comprendiamo appieno, intimamente e direttamente i diversi temperamenti, più delle tante parole che servirebbero a spiegarli, anzi si tratta di un linguaggio che opera su di noi ad un altro livello e che va oltre al contenuto.
E’ un evento mettere in scena “I quattro temperamenti”, se e’ stata considerata la più importante coreografia del Novecento ed è stata rappresentata per la prima volta a New York nel 1946. Si tratta di una pietra miliare nella storia del balletto che fu così traghettato dalla neoclassicismo alla modernità.
Fu una vera e propria ricerca quella di Balanchine, la ricerca dell’essenza della danza che lo portò a concepire un modo di danzare nuovo sia negli aspetti tecnici che in quelli espressivi. La danza di Balanchine e’ puro movimento e corporeità, non lascia spazio all’espressività propria del
danzatore, alla mimica facciale o all’enfasi. I movimenti sembrano fluire indipendemente dalla volontà, la forza evocativa è notevole. Questo è possibile anche in virtù delle innovazioni tecniche operate da Balanchine che rivede e modifica le regole canoniche della danza pur non abbandonandole.
E’ uno stile cristallino, puro, non inquinato da sovrastrutture personali o culturali. Una vera innovazione della forma espressiva. Lo si capisce anche dalla scelta dei costumi ridotti a body neri per le danzatrici e a t-shirt bianche e calzamaglie nere per i danzatori. Così dai corpi può emanare tutta la poetica.
Notte trasfigurta di Susanne Linke
Sono le parole della coreografa che ci fanno comprendere la sua ispirazione: “Wo die Loìiebe hinfallt. Questo è un proverbio tedesco. Significa: che scherzi fa l’amore. Ispirandomi al significato di questa espressione, ho provato ad immaginare coppie in cui l’amore segue un suo corso, che noi non vogliamo o non abbiamo immaginato. Può accadere a tutti noi! Dall’altro lato…noi non smettiamo di sognare un amore eternamente felice”
Il lavoro di Susanne Linke si svolge tutto sull’espressività dei danzatori, che attraverso il corpo devono restituire un’esperienza precedentemente interiorizzata. L’indagine della coreografa avviene a livello intimo ed emozionale e non solo sul piano esteriore, estetico, del movimento. Ritiene infatti che la possibilità di espressione corporea sia la strada per raggiungere la conoscenza del proprio essere, come se attraverso la danza il corpo si potesse liberare dal dominio della mente. Potrebbe trattarsi quasi di una teoria filosofica. Si può parlare di danza espressionista: l’interiorità esce prepotentemente, con enfasi, carica di turbamento, e si incoraggia la ricerca espressiva individuale del danzatore.
Nella Notte trasfigurata il tema è l’amore come motore di ricerca individuale della propria spiritualità, nelle sue sfumature e nella sua universalità: in una notte illuminata dal plenilunio una coppia di amanti si rivede dopo che la donna ha confessato di attendere un figlio da un altro uomo. Vengono così messe in scena le forze che dirompono quando le passioni superano la logica dei possibili accadimenti, e le istintive disperazioni e lacerazioni umane si fanno strada da sole, senza intermediari. Susanne Linke ama trarre ispirazioni dalla vita, sentendo sempre un collegamento tra la danza e la vita:
“E’ compito dell’artista astrarre dalla propria esperienza personale e dal proprio modo di leggere l’esistenza qualcosa che sia universale”
I due balletti mostrano due diverse modalità di concepire l’arte della danza, concezioni diverse che attraggono in ugual misura, magneticamente, verso astrazioni espressive irrinunciabili (come la poesia) per non soccombere alla sola concreta realtà.
Dafne
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