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Appunti su “Gli amici che non ho”

Gli amici che non ho di Sebastiano Mondadori – Codice Edizioni

Un romanzo accattivante e forte, una prosa sempre in bilico fra lirismo e prosaicità, una narrazione esistenziale dove è la vita che morde

Gli amici che non ho di Sebastiano Mondadori - Codice Edizione

E’ un libro intenso, potente, esistenzialista. Leggerlo eccita la mente per la sensazione di “niente da perdere” che viene rimandata dal protagonista, Giuliano Sconforti. L’apparente indifferenza e superficialità dello Sconforti nasconde, e lo capiamo presto, un’intensità di vita ed un anelare ad essa che ci raggiunge quasi  inconsapevolmente.

La cifra del romanzo è’ l’inconsapevolezza del dove verremo condotti dalla scrittura. Una scrittura fluida, veloce, a tratti esaltante: non fatichiamo ad entrare nella profondità che sottintende. Veniamo emotivamente trascinati da una storia che non ci riguarda, che non ci può accadere ma arriviamo fin nel sottosuolo dell’animo dello Sconforti, e con lui articoliamo i pensieri: misteriosamente lo Sconforti ci raggiunge.

I ricordi, la nostalgia, i rimpianti ed i rimorsi, l’amore, il sesso, l’indefinitezza, la vigliaccheria e gli eccessi, ma è la misoginia sottotraccia l’aspetto più difficile da spiegare. In ogni caso, al di là dell’amarezza e della malinconia striscianti, esce fuori dalle pagine un forte senso di riscatto.

Un libro fortemente sentimentale dietro veli di cinismo e  sarcasmo e a tratti poetico per la specificità, ricercatezza e profondità della parola. Sempre comunque in bilico fra lirismi e volgarità. L’autore ha una originale immaginazione metaforica che produce, durante la lettura, associazioni mentali nuove: può accadere che da  apparenti complessità in cui possiamo inciampare, si liberi un’intuizione che fa chiarire pensieri interiori.

Un romanzo per uomini e per donne: la sensibilità femminile è soddisfatta dalle sfumature e dalle articolazioni di pensiero e da frasi esteticamente appaganti. Il punto di vista maschile è soddisfatto, credo, dall’irruenza e dalla goffagine degli accadimenti – dove la praticità della vita sembra sempre prelavere rispetto al sottofondo di emozioni – nonchè dalla scrittura anche arrogante e più che vivace.

E per tutti vale quello strano ed inspiegabile parteggiare per un uomo che all’egoismo ed all’impulsività unisce un qualcosa di disdicevole. Potere della letteratura?

Un libro da leggere, certamente, più di una volta tanto è il materiale descritto, tanto svelta e trascinante la lettura da farci pensare, una volta terminato, che c’è dell’altro e dobbiamo ricominciare !

Citazione:Quanta libertà dalla certezza di essere fraintesi”

Dafne

 

“Limbo” di Melania Mazzucco

E’  stato necessario qualche giorno prima di poter avere una chiara impressione del libro appena concluso. Ma poi la considerazione riassuntiva è arrivata: Melania Mazzucco ancora una volta è riuscita nel suo intento, da vera scrittrice.

All’inizio della lettura di un suo nuovo romanzo non si può sapere cosa ci aspetta (nonostante abbiamo letto tutti i suoi precedenti) dato che in ogni suo libro cambia registro, ambientazione di luoghi e di tempi. Questo è da vera scrittrice: cimentarsi ogni volta con una ispirazione diversa, un diverso interesse, senza mai cavalcare la stessa onda. E’ questa la caratteristica principale di Melania Mazzucco.

Anche in questo romanzo si percepisce la profondità dell’intento, la ricerca, la precisione, la assoluta non improvvisazione. Profondità, ricerca e precisione che riguardano l’espressione dell’animo  dei vari personaggi, come la descrizione dei luoghi in cui si muovono, e già questo potrebbe bastare per farci sentire appagati come lettori, e non avere quella sensazione di inutilità che a volte coglie durante la lettura.

Se a questo romanzo dobbiamo trovare dei difetti, si può dire che non sempre trascina; del resto è  la misurata calma del ritmo narrativo ad avvolgere  gradualmente il lettore, che unita alla  capacità della scrittrice di sommergerlo di immagini precise e vivide fa circolare nella sua testa parole, conversazioni, pensieri e situazioni, fino a farlo sentire immerso in un contesto immaginario che si dipana lentamente, per apposizioni successive di fatti ed eventi, come accade nella vita reale. E così non possiamo più smettere di seguire la narrazione.

Il romanzo ruota attorno alla figura del Maresciallo Manuela Paris che, dopo un attentato durante la missione in Afghanistan, torna in Italia alle prese con se stessa, la sua vita, la sua famiglia, le scelte, il trauma e la sua  gamba gravemente ferita.

Come per ogni romanzo della Mazzucco la trama non è importante per definire l’nteresse e la validità del libro. Come sa chi la conosce, M.M. è in grado di raccontarci le più disparate vicende, e sempre ci coinvolge intimamente, se è vero che i suoi personaggi rimangono nei nostri pensieri ancora diversi giorni dopo aver letto l’ultima pagina.

Dafne

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