In occasione dei 70 anni dalla sua morte si torna a parlare di Fitzgerald, delle nuove traduzioni dei suoi romanzi e del suo stile letterario.
Questo intervento di Luigi Sampietro è breve e molto interessante per come riesce a spiegare, in poche parole, la prosa di Fitzegarld e la sua forza letteraria.
Intanto i quattro numi: Jhon Keats, la moglie Zelda, l’Università di Princeton e l’alcol.
Sampietro vuole mettere in evidenza come la poetica di Keats si ritrovi oltre che nella poesia “Tramonto di città” pubblicata in questo articolo, anche nella prosa di Fitzgerald. Leggete cliccando qui.
Trovo molto stimolanti gli ultimi tre periodi che mi invitano ad una riflessione su cosa è la vera letteratura e, per estensione, l’arte tutta (tema assai dibatutto negli ultimi tempi).
Fitzgerald riesce a farci percepire, come lettori, ilmondo attraverso fuggevoli sensazioni grazie ad immagini elettrizzanti che ci fanno scavalcare il nostro pensiero ragionato per farci approdare direttamente nel territorio dell’imediatezza, ovvero delle emozioni.
Credo che sia proprio questo che dobbiamo chiedere all’arte e quindi alla vera letteratura, ovvero il riuscire a sganciarci dal contingente, dalla realtà vissuta, attraverso modalità espressive non abituali in gradi di condurci, rapidamente ed in un modo a noi non noto, verso tipi di pensieri e riflessioni che altrimenti non avremmo potuto raggiungere.
L’artista ed il vero letterato sono quindi una sorta di cocchieri che ci conducono a quel tipo di conoscenza che può darci nuove competenze per avvicinarci alla consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda.