Non è stato impegnativo come avrei sperato visitare il nuovo Museo del Novecento di Firenze. Mi aspettavo un en excursus più consistente, che al termine della visita lasciasse una forte impressione. In realtà non si è trattato di una vera e propria immersione in quel periodo artistisco ma, per quanto rigenerante, di un tuffo. In effetti, a volte, quando si esce da alcuni musei o mostre espositive, ci si sente un po’ cambiati e con addosso una nuova veste mentale. In questo caso le impressioni hanno preso una strada che non ha raggiunto il pensiero più profondo rimanendo sul livello dell’immagine.
Al di là di queste considerazioni è sicuramente una buona occasione per godere opere d’arte italiana del XX secolo raccolte in una struttura ben organizzata e sottoposta ad un restauro interessante, che unisce idee audacemente attuali ad un contesto architettonico che risale al XIII secolo.
300 opere per 15 sale: una antologia, un cammino artistico che riesce comunque a sintetizzare un periodo assai composito ed articolato di correnti e tendenze. E’ forse questa necessaria frammentareità che rende meno incisivo emotivamente il percorso.
Certo vale la pena anche solo per il bellissimo Fontana, e per Giorgio Morandi che rimane intramontabile.
La cosa veramente molto interessante è che dopo questa visione di insieme si percepisce bene ciò che ancora tiene e ciò che adesso percepiamo come superato.
Da vedere
Dafne