arte

Turner, le opere della Tate a Roma

Nel suggestivo contesto del Chiostro del Bramante, a due passi da Piazza Navona in Roma, si apre al nostro sguardo il mondo interiore e vissuto di William Turner, pittore del romanticismo inglese ( Londra, 23 aprile 1775 – Chelsea, 19 dicembre 1851 ).

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Attraverso le sue opere si scopre la sua vita, totalmente dedicata alla sua arte.

La mostra si apre con un acquarello di non grandi dimensioni (cm 24,4 x 30,4 ) collocato sulla parete blu cobalto di un ambiente di dimensioni misurate e solo leggermente illuminato.

Il titolo di questa prima opera che viene offerta alla nostra vista è  Venice: looking across the lagoon at sunset. Già dal titolo possiamo intuire la  suggestione suscitata. Da notare che molte opere di Turner hanno titoli molto lunghi e descrittivi.

La mostra è molto interessante, coinvolgente e suggestiva. Da non perdere.

TURNER Opere della Tate – 22 marzo / 26 agosto 2018

Chiostro del Bramante, Via della Pace -Roma

 

Dafne

 

La Tela Violata – Arte

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La Tela Violata è la mostra corrente al Lu.C.C.A (Lucca Center of Contemporary Art).

Fontana, Castellani, Burri, Scheggi, Simeti, Amadio e l’indagine fisica della terza dimensione.

Una visita che espone la nostra mente all’astratto, allenandola alla terza dimensione e ad un immaginario non figurativo.

Alla fine dei conti un vero e proprio relax per i nostri occhi ed il nostro pensiero ormai sopraffatto da immagini su immagini del reale che ci circonda. Un vero ingresso altrove attraverso una modalità che, nel quotidiano, ci è inconsueto.

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Una palestra filosofica che ci mette a contatto con elementi del nostro pensiero poco utilizzati, ma una volta messi in azione ci rendono più flessibili. Una flessibilità che sviluppa ed acuisce lo spirito critico e di osservazione.

 

Tutto questo nella bellissima città di Lucca.

 

 La Tela Violata dal 19 marzo al 19 giugno 2016 Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art – Via della Fratta, 36 55100 Lucca

 

Dafne

“La visione interiore” di Henri Matisse

In occasione della mostra di Matisse a Roma presso le Scuderie del Quirinale rispolvero un mio post che lo riguarda.

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libri e arte

Una trentina di pagine di riflessioni di Henri Matisse sono sufficienti per entrare nell’orbita del pianeta Arte. Questi piccoli quadernetti dell’editore Viadelvento (i quadernidelvento – testi inediti e rari del Novecento) hanno un fascino particolare, emanano un alone di preziosità, sembrano appena trovati su una scrivania di studio di artista. Si tratta infatti di pensieri non ordinati, senza necessariamente un filo logico, nati spontaneamente da riflessioni libere che si arricchiscono per successive associazioni di idee, apposizione di suggestioni. E noi che leggiamo ci troviamo così vicini all’immaginario dell’artista che non ci rimane che stare silenziosi ad accettare religiosamente le confidenze di ciascuno di loro. Nel caso di Matisse si tratta di personali, intimi tentativi di spiegare il proprio specifico sentire nell’atto del creare, come anche dell’intento riuscito di guardarsi all’opera con un occhio esterno per dare una personale definizione, decrizione anche pratica, strumentale, del fare arte. Vale la pena leggerne…

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Innamorarsi 52 volte – Il Museo del Mondo

52 capolavori per 52 storie – Il museo del Mondo di Melania Mazzucco Einaudi Editore

Il Museo del mondo Einaudi Editore

Il Museo del mondo Einaudi Editore

Si tratta di 52 capolavori dell’arte nei secoli prodotti dall’antichità ai giorni nostri. 52 capolavori raccontati ciascuno in due tre pagine al massimo; ciascuno di questi racconti dischiude  a pensieri e suggestioni come se di pagine ne leggessimo a decine. Questa è la forza e la capacità di racconto di Melania Mazzuco. Ogni sua parola o breve descrizione allude ad altro, apre finestre dell’immaginazione, porta a richiami e collegamenti, acuisce la curiosità, spingendoci oltre quelle parole, accendendo l’attrazione verso l’oggetto  del racconto. Ci trascina impetuosamente grazie al talento di romanziera nell’epoca del quadro, ci fa intravedere ed intuire vividamente la personalità dell’autore, la specifica anima artistica di ciascuno di essi.

Non possiamo rimanere indifferenti, anzi, ci innamoriamo ogni volta, per 52 volte.

Ogni opera ha sempre una sua specifica storia, una sua genesi e sviluppo, un suo carattere e personalità, come accade per le persone e come immaginiamo per l’autore di ciascuna opera. Tale complessità di contenuti è raccontata con semplicità e passione, vera conoscenza, grande competenza ed emozione. Un approccio non didascalico ma che non omette informazioni significative. Un interessantissimo ingresso nel mondo dell’arte e degli artisti di tutti i tempi che nell’insieme  riesce a farci comprendere la grande unitarietà dell’arte, l’imprescindibile filo conduttore che attraversa i tempi, le epoche, gli stili, tanto che le opere non sono presentate né per ordine cronologico, né tematiche stilistiche, ma quasi per improvvisi ricordi, come se l’autrice procedesse per analogie e associazioni di idee del tutto personali.

E’ il Museo immaginario di Melania Mazzucco.

Melania Mazzucco

Melania Mazzucco

Rapiti come se ci raccontassero una favola, come se ci svelassero segreti, ogni volta ho avvertito la grande complessità che sta dietro a qualsiasi opera d’arte che abbia resistito al tempo, dandomi la possibilità di spiegare od appena intuire il motivo di una rapimento estetico, l’inspiegabile forza attrattiva di certe opere, sensazione che altrimenti può provocare un certo senso di smarrimento se vissuta senza appigli e punti di riferimento. Ecco, questo volume offre la possibilità di trovare quel sostegno, quell’attacco, quella risorsa in più per tradurre le proprie emozioni di fronte al mistero della fascinazione da opera d’arte.

Inoltre il libro stampato da Einaudi è un bellissimo prodotto editoriale, come se ne vedono raramente. La carta è di prestigio, la resa dell’immagine delle opere è ottima, le dimensioni del volume non sono invadenti, poco più di un qualsiasi romanzo. E Melania Mazzucco conferma le sue doti di vera scrittrice.

 

Dafne

 

La danza ed il suo mistero

Mi è capitato spesso di riflettere sulla danza e sul suo significato più profondo. Su cosa abbia di diverso dalle altre forme di arte, su quale livello riesca a coinvolgerci, quali corde interne vada a toccare. E’ lampante che al centro del tutto vi sia il CORPO e le sue innumerevoli possibilità espressive.

Coloro che praticano la danza sono i detentori assoluti di questa possibilità espressiva e comunicativa, capaci di una vera e propria estroflessione dell’universo interiore attraverso il corpo.

Otello - Compagnia del Balletto di Roma

Otello – Compagnia del Balletto di Roma

Doti fisiche e rara sensibilità interiore educate ed amalgamate da una rigorosa disciplina e da una continua ricerca fanno nascere quelle persone speciali che noi chiamiamo semplicemente “BALLERINI”, veri artisti che che ci consentono , se vogliamo, di attraversare il vetro opaco dei nostri confini sensoriali e sfociare altrove, stare un po’ in questo altrove e poi rientrare nel nostro mondo con una coscienza nuova, una coscienza sorpresa.

Rudolf Nureyev

Rudolf Nureyev

 

“Quando un danzatore è all’apice della potenza, possiede due cose splendide, fragili e deteriorabili: la spontaneità, conquistata dopo anni di esercizio e la semplicità, non intesa nell’accezione usuale, ma come stato di semplicità assoluta, quello di cui parla T.S Eliot e che si consegue sacrificando assolutamente tutto” Martha Graham

Del resto i sentimenti ed i valori che la danza vuole studiare ed esprimere sono sentimenti e valori UNIVERSALI e come tali ci raggiungono, istintivamente.

Concepisco la danza come il frutto di una ricerca che è crocevia fra corpo e intelletto. La perfetta sinergia fra CORPO e MENTE e come avviene per i sistemi complessi durante una rappresentazione teatrale il tutto è sempre di più che la somma della parti.

La coppia Anna Tsygankova Matthew Golding

La coppia Anna Tsygankova Matthew Golding

Charles Baudelaire spiega così il valore aggiunto insito nell’arte della danza: ” La Danza può rivelare tutto ciò che la musica racchiude”

La Danza ci piace davvero!

Dafne

Modigliani in mostra

modiglianiPALAZZO BLU PISA

Una esposizione contenuta ma di grande impatto. Uno spazio calibrato. Un allestimento discreto e suggestivo.

Un artista su cui non oso certo dire niente se non le mie personalissime ed intime impressioni.

Mi affascina la sua vita, la morte prematura seguita dal suicidio della compagna in stato interessante: la passione come protagonista vitale. Mi affascina il sapere del  forte desiderio di scolpire, dell’essersi sempre sentito uno scultore.

Il suo stile è pura essenzialità e si esprime al massimo nella sala dei disegni. Pochi tratti ed il ritratto è compiuto. La libertà ed il genio di cogliere in pochi segni l’espressione intima dell’amico, dell’artista, delle amanti, di ogni modello.

La sua arte è la libertà di rappresentare anche asimmetrie del volto forse inesistenti che diventano espressione di tratti interiori, occhi privi di pupille, chiari e scuri accentuati, pose a volte esagerate: tutto questo una volta sintetizzato dallo sguardo dell’osservatore restituisce la verità del soggetto raffigurato.

E il mistero dell’arte si rinnova, con Modigliani, inimitabile.

Dafne

Estemporanea d’arte in città

Fa sempre un certo effetto vedere gli artisti mentre lavorano, osservare l’opera che lentamente si definisce.

Ognuno, poi, ha il suo metodo: chi traccia prima degli schizzi a lapis, chi no; chi quando inizia deve finire e chi invece si prende pause; chi ha già deciso tutto prima e chi invece improvvisa colori e segni sul momento.

E’ stato possibile osservare queste affascinanti differenze di  modalità di lavoro una mattina nella città di Lucca, grazie ad una “Estemporanea d’arte”.

Mi sono concentrata sui lavori di Fabrizio Barsotti e di Michaela Kasparova, artisti presenti su http://www.livinart.it – la galleria d’arte esclusivamente on line.

Ecco due piccoli fotoracconti!

Occasioni da non perdere..

Dafne

Il nuovo Museo del Novecento a Firenze

Non è stato impegnativo come avrei sperato visitare il nuovo Museo del Novecento di Firenze. Mi aspettavo un en excursus più consistente, che al termine della visita lasciasse una forte impressione. In realtà non si è trattato di una vera e propria immersione in quel periodo artistisco ma, per quanto rigenerante, di un tuffo. In effetti, a volte, quando si esce da alcuni musei o mostre espositive, ci si sente un po’ cambiati e con addosso una  nuova veste mentale. In questo caso le impressioni hanno preso una strada che non ha raggiunto il pensiero più profondo rimanendo sul livello dell’immagine.

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Al di là di queste considerazioni è sicuramente una buona occasione per godere opere d’arte italiana del XX secolo raccolte in una struttura ben organizzata e sottoposta ad un restauro interessante, che unisce idee audacemente attuali ad un contesto architettonico che risale al XIII secolo.

300 opere per 15 sale: una  antologia, un  cammino artistico che riesce comunque a sintetizzare un periodo assai composito ed articolato di correnti e tendenze. E’ forse questa necessaria  frammentareità che rende meno incisivo emotivamente il percorso.

Certo vale la pena anche solo per il bellissimo Fontana, e per Giorgio Morandi che rimane intramontabile.

La cosa veramente molto interessante è che dopo questa visione di insieme si percepisce bene ciò che ancora tiene e ciò che adesso percepiamo come superato.

Da vedere

Dafne

La natura che è in Bolle

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Dopo quello visto a Torre del lago (2011) con, sullo sfondo, la distesa di acqua ed il cielo estivo notturno, e dopo quello a Bolgheri (2010) in una incerta nottata di luglio con il rumore dei tuoni e dei fulmini alle spalle ( il fine luglio è sempre meteorologicamente imprevedibile) eccomi questo 22 luglio alle Terme di Caracalla in una sicura serata estiva romana, che segue alla improvvisa grandinata del giorno precedente.

Di nuovo Bolle&friends; è per me un richiamo ogni anno, sempre nei giorni attorno al mio compleanno, pretesto quindi per un regalo.

Le Terme di Caracalla sono un contesto suggestivo ed affascinante. Quest’anno Bolle era su questo palco a cielo aperto con gli “amici” del Metropolitan di New York.

Non voglio adesso descrivere i brani di danza che ho visto, che per motivi diversi, ho trovato belli, interessanti o addirittura entusiasmanti. Li troverete tutti ben descritti da questo post di ilpadiglionedoro http://ilpadiglionedoro.wordpress.com/2013/07/28/fra-stars-stripes-e-prototype-roberto-bolle-e-labt-alle-terme-di-caracalla/

Quello che vorrei dire è che il vero Bolle si è manifestato principalmente nell’ultimo brano, quello ideato coreograficamente per lui da Emanuele Volpini.

Qui Bolle, finalmente solo, ha messo in evidenza le sue doti di ballerino-artista, mostrando tutta la sua vena interpretativa e le sue caratteristiche  tecniche che uniscono al  movimento sinuoso ma pulito un che di possente, senza uscire fuori dal perimetro dell’interpretazione artistica, senza mai apparire puramente atletico.

L’ ultimo brano presentato – Prototype – che mi ha particolarmente colpito si ammira per la vera ricerca artistica del coreografo e la coerente interpretazione del ballerino; si tratta di un’opera.

Il confronto con i ballerini americani viene, a questo punto, da sè;

il substrato culturale di Bolle, la sua origine, ciò di cui è impregnato si manifestano in lui con naturalezza, non c’è sforzo, è un’insieme: la fusione di gesto (la danza) e pensiero, o l’uno che viene dall’altro e viceversa. Ed è proprio questo che ha affascinato il pubblico americano ( nel 2009 Roberto Bolle è stato nominato “Principal” dell’American Ballet Theatre, New York) , che per la prima volta, sembra, ha acclamato un ballerino europeo.

Ce lo spiega la critica di danza Valentina Bonelli

”  …la rara bellezza scenica e la nota precisione tecnica di Bolle sarebbero potute non bastare a un pubblico che insieme all’eccellenza richiede ad ogni suo Guest una personalità artistica che lo sorprende, ancor meglio se rivelatrice dellapropria cultura d’origine. Il momento artistico felicissimo e le particolari condizioni del debutto americano, sei anni fa, convinsero subito gli americani che il ballerino italiano con le proporzioni da statua romama e l’avvenenza da divo di Hollywood avrebbe portato sulle loro scene una sensibilità interpretativa nuova.”

Non perdiamoci la danza.

Dafne

Un mezzo pomeriggio con Tiziano a Roma

tiziano locandina

Due ore e mezzo totalmente immersi nell’arte  di Tiziano non lascia certo indifferenti.

E’ questo il valore dell’entrare in un museo: la possibilità di estraniarsi, che è anche un trovare rimedio alla quotidianeità, quando questa si fa troppo invadente.

Fra l’altro, adesso, in tutti i musei si può usufruire delle audioguide e quindi ascoltare dalla viva voce del curatore approfondimenti interessantissimi che aiutano ad entrare, quadro dopo quadro, nell’epoca e nella poetica dell’artista.

Non posso descrivere niente di ciò che ho visto, le parole risulterebbero del tutto insufficienti se non banali.

Ciò che riesco a dire è che l’impressione complessiva è  di essere entrata in contatto con l’Arte, quella che cerchiamo, a volte, di spiegare con le parole.

Non riesco a dimenticare, in particolare:

Il martirio di San Lorenzo, L’autoritratto, La deposizione, Il Cristo crocifisso, Flora, L’uomo dal guanto, papa Paolo III.

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Dafne